[UX-Conf 2023] Web3 e digitale responsabile, un connubio possibile?

Questo articolo ripercorre la tavola rotonda “Web3 e tecnologia digitale responsabile, un matrimonio possibile?”, organizzata il 19 settembre 2023 durante la prima edizione di UX-Conf – Human First. Moderata da Clément Fages, giornalista digitale, questa tavola rotonda ha riunito quattro relatori: 

  • Marie Robin, Collettivo della Flotta
  • Simon Foucher, Metav.rs
  • Yves Le Goff, Monumentale
  • Dan Geiselhart, Climax Media

Il panorama digitale si è evoluto negli ultimi anni con l’emergere del Web3. Mentre il Web2 domina da anni la nostra vita digitale basata su modelli di accesso in cambio di dati privati, il Web3 rappresenta la nuova frontiera. Ma cosa differenzia realmente Web3 da Web2? Si tratta di una rivoluzione duratura o solo di una tendenza passeggera? È possibile conciliare il Web3 con valori etici e responsabili?

Web3: una nuova era digitale

Per comprendere Web3 è essenziale confrontarlo con Web2. Il Web2 è caratterizzato dall'accesso ai servizi digitali in cambio di dati privati. Sono spesso sfruttati dalle grandi aziende tecnologiche. D’altro canto il Web3 si presenta come una democrazia digitale. In effetti, gli utenti possono riprendere il controllo dei propri dati privati.

Yves Le Goff, co-creatore della piattaforma di acquisto NFT Monumental, riassume Web3 come democratizzazione digitale. Gli NFT consentono agli artisti di certificare le proprie opere, ricevere royalties su ogni rivendita e pubblicare le proprie creazioni senza passare dalle gallerie. Questa tecnologia dà quindi più potere agli artisti e ridefinisce la dinamica tra creatori, acquirenti e intermediari. Anche i brand hanno colto questa opportunità. Hanno creato comunità forti, alimentate da NFT di raccolta messi a disposizione dei clienti.

Crea comunità con Web3

Simon Foucher sottolinea che Web3 offre nuove possibilità ai marchi di creare comunità digitali native. Il gruppo Casino, ad esempio, ha introdotto gli avatar NFT che consentono di sbloccare promozioni specifiche per ciascun titolare. Starbucks ha migrato il suo sistema fedeltà sulla blockchain. Pertanto, offrono maggiore trasparenza e tracciabilità.

Simon qualifica questa affermazione menzionando le barriere all’ingresso, come l’uso di piattaforme di scambio e siti specializzati. Secondo lui, la democratizzazione del Web3 dipende dalla semplicità e dall'interesse per gli NFT. Questo è il motivo per cui la sua azienda, Metav.rs, aiuta a ridurre le barriere all’ingresso offrendo servizi di portafoglio e facilitando l’acquisizione di NFT.

L'utilizzo del Web3 nel mondo del lavoro

Marie Robin di Fleet Collective utilizza Web3 per creare una comunità che dà potere ai liberi professionisti. La piattaforma ti permette di bloccare il prezzo di un servizio, di contrarre senza intermediari (e quindi senza commissioni) e di lavorare in modo anonimo ovunque nel mondo certificando le tue competenze tramite blockchain. Web3 rappresenta quindi opportunità per profili atipici e si propone come strumento di lotta alle disuguaglianze risolvendo alcuni problemi legati al lavoro internazionale (valute instabili, assenza di un sistema bancario, ecc.).

Secondo Marie, la blockchain permette a ogni talento di certificare le proprie competenze su un mercato globale, il che permette a tutti di proporsi meglio sul mercato del lavoro (senza passare attraverso recruiter che trattengono le conoscenze).

Web3 e digitale responsabile

Tuttavia, è importante chiedersi se il Web3 sia davvero necessario e come renderlo più responsabile. Dan Geiselhart, co-fondatore di Média Climax, specializzato in tecnologia ed ecologia, sottolinea l'importanza di pensare all'utilità sociale e ambientale di ogni progetto Web3. Egli sottolinea che non tutti i progetti basati su Web3 sono necessariamente utili.

In effetti, l’ascesa del Web3 ha dato vita a numerose startup, alcune che offrono un reale valore aggiunto sociale, altre no. È essenziale andare oltre la logica speculativa e mettere in discussione i vantaggi dell’utilizzo di questa tecnologia.

Tutele e questioni etiche

I relatori hanno inoltre discusso delle garanzie necessarie per garantire un Web3 etico. Yves Le Goff sottolinea l'interesse di Web3 rispetto al suo predecessore, che conferiva enormi poteri ai grandi player digitali attraverso la raccolta di dati personali. Anche la protezione della proprietà intellettuale è un tema chiave, l'uso della blockchain permette di remunerare gli artisti ogni volta che l'opera viene venduta, o quando la proprietà intellettuale dell'artista viene sfruttata (in particolare tramite l'intelligenza artificiale generativa).

Utilizzo di Web3 per la tracciabilità e la protezione dell'identità

Blockchain offre anche soluzioni per garantire la tracciabilità dei processi aziendali, in modo da garantire maggiore trasparenza ai consumatori. Può anche rafforzare la protezione dell’identità e aiutare a combattere le fake news e i deepfake, sempre più presenti intorno a noi.

Dall'avvio “gadget” agli usi concreti e reali

Se Web3 è nato con pochi usi identificati, ora offre applicazioni etiche che utilizzano la blockchain per la sua trasparenza e accessibilità. È importante però non cadere nelle speculazioni e mettere in discussione il reale valore sociale e ambientale di ogni progetto Web3. Una delle maggiori sfide del Web3 è il suo impatto ambientale. La blockchain è ad alta intensità energetica, ma stanno emergendo soluzioni per limitare il consumo eccessivo di energia. Quanto più una tecnologia viene democratizzata, tanto più appaiono soluzioni per renderla meno dispendiosa in termini di risorse.

Conclusione: Web3 e digitale responsabile, un matrimonio in atto…

In conclusione, Web3 ha portato usi reali oltre la speculazione iniziale. Ha permesso agli artisti di riprendere il controllo delle loro creazioni, ai freelance di emanciparsi e certificare le proprie competenze, e ai brand di creare comunità digitali rafforzando al contempo la tracciabilità dei loro processi. Tuttavia, affinché questa rivoluzione sia sostenibile ed etica, è essenziale garantire che Web3 venga utilizzato in modo responsabile. Non tutti i progetti sono uguali e la tecnologia deve essere messa al servizio del bene comune, dell’ambiente e dell’equità sociale affinché il Web 3 possa davvero portare un cambiamento positivo e duraturo.

Il futuro del Web3 resta nelle mani degli utenti. Spetta alla comunità di utenti, artisti, marchi, liberi professionisti e tutte le parti interessate garantire che Web3 sia etico e responsabile. I progetti più utili prima o poi troveranno il loro posto nella nostra vita quotidiana.

Grazie a UX Republic e ai relatori di UX Conf per queste affascinanti discussioni. Seguici su LinkedIn per essere informato sui prossimi eventi!

Orane Lefevre, Designer di prodotto – UX-Republic