Ecco una rassegna animata del workshop User Storymapping, come proposto da Sophie FREEIERMUTH, durante FLUPA 2016.
Come preambolo, prima di iniziare un workshop di Storymapping, si consiglia di aver fatto una ricerca sugli utenti per avere una persona ben definita e un obiettivo chiaro. L'obiettivo sarà quello risolvere un problema dell'utente (90% dei casi) o incantare l'utente da un prodotto non necessariamente utile, ma accattivante (ad esempio uccelli arrabbiati).
Lo scopo del workshop è quello di far emergere ciò che è nella mente dei partecipanti. Non si tratta di spiegare la tua idea, devi costruire in modo collaborativo la storia: il viaggio.
4 frasi chiave permettono di alimentare le meccaniche narrative durante il workshop:
- La storia si svolge in sequenza usando “E poi ... per creare il collegamento tra due sequenze. Possiamo anche usare "e poi" riformulando ciò che l'utente ha detto e terminando con "e poi?..." lasciando uno spazio vuoto e spingendo così l'interlocutore a portare avanti la storia. Questa tecnica ti consente di raccogliere il tuo punto di vista.
- "Perché...” : permette di tornare indietro nel tempo nella storia individuandone le cause
- "Nel frattempo ...” ti consente di diramare a un altro utente
- "E se ?…” apre la porta alle possibilità.
La sfida degli strumenti narrativi: catturare il verbale per trasformarlo in visivo.
Terminata la presentazione teorica, si passa alla pratica con due workshop:
- Esercizio 1: Mappatura della storia del rituale del sonno: il passaggio dall'essere svegli e vestiti al dormire a letto.
- Esercizio 2: mappa della storia del primo incontro di un'applicazione fittizia di matchmaking alle fiere.
Attraverso i due esercizi, ci avviciniamo al viaggio di andata e ritorno visione globale e dettaglio e la domanda di tagliare i punti/sotto i punti. Notiamo il contributo visivo: una macchia che compare su diversi post-it è di fatto condivisa da tutti i partecipanti. Il vero obiettivo del workshop appare: estrarre e condividere conoscenza tra i partecipanti.
L'UX designer deve rinunciare alla sua funzione di partecipante per ricoprire la funzione di moderatore. In particolare, deve garantire che:
- passa il le password l'uno all'altro,
- concentrarsi sulla produzione scritto sotto forma di post-it piuttosto che in infinite discussioni
- incoraggiare il avanti e indietro tra panoramica e dettagli.
- consolidare il cornice narrativa per garantire che l'obiettivo dell'utente sia raggiunto.
Man mano che il workshop avanza, vediamo che la mappatura delle storie consentirà di avere una prima riga dedicata alle fasi principali, che saranno poi suddivise in compiti elementari. Possiamo quindi dare priorità a queste attività in base al valore dell'utente. in una certa misura, l'insieme dei post-it a parete rappresenta il backlog, ovvero l'insieme delle funzioni da svolgere per costruire il prodotto.
In conclusione, vediamo che i vantaggi dell'approccio sono molteplici:
- promuove il condivisione di conoscenza tra i partecipanti
- incoraggiare andata e ritorno tra la visione globale/dettaglio
- approche narrazione et visivo in linea con la visione dell'utente