Articolo tratto dalle discussioni svoltesi durante la tavola rotonda UX-Conf Lyon del 30 gennaio 2025,
Norme e regolamenti: progettazione sistemica e suoi strumenti per una trasformazione aziendale sostenibile
La trasformazione delle aziende in termini di sostenibilità ed eco-responsabilità dei prodotti o servizi che offrono ai consumatori e agli utenti, nonché del loro stesso modello, rappresenta oggi una sfida importante, soprattutto di fronte alle crescenti esigenze ambientali e sociali. Durante la tavola rotonda del 30 gennaio 2025 a Lione, abbiamo discusso con i nostri ospiti diversi punti chiave, tra cui l'importanza dell'approccio sistemico e della progettazione, l'impatto di nuovi standard e normative come la CSRD per le aziende, gli strumenti utilizzati come il Business Model Canvas sviluppato dai nostri esperti ospiti, nonché questioni sul ruolo della progettazione nel supportare questa trasformazione.
Progettazione sistemica: un approccio essenziale e una leva per la trasformazione aziendale
Progettazione sistemica è un approccio che aiuta le aziende a comprendere e gestire meglio la complessità e l'imprevedibilità adottando una visione più ampia e interconnessa. In questo senso, l’approccio sistemico permette di trovare soluzioni efficaci e adeguate, in particolare per quanto riguarda le questioni dell’eco-responsabilità e della trasformazione sostenibile, perché consente di:
- Fai un passo indietro e guarda il mondo nel suo complesso → Invece di affrontare i problemi in modo isolato, la progettazione sistemica incoraggia la visione del sistema nel suo complesso (interazioni tra i diversi elementi).
- Anticipare e adattarsi → Le aziende devono affrontare contesti mutevoli e incerti. Questo approccio consente loro di gestire meglio l'imprevedibilità.
- Integrare le normative → Le leggi e le normative vigenti impongono alle aziende di strutturare le proprie azioni tenendo conto degli aspetti ecologici, sociali ed economici.
- Garantire la sostenibilità → Integrando questi principi, le aziende possono rispondere meglio alle sfide attuali e garantire la propria sostenibilità.
In sintesi, la progettazione sistemica aiuta le aziende a muoversi in un mondo incerto adottando un approccio olistico che tiene conto delle problematiche normative, ambientali e sociali.
Gli impatti delle normative CSRD sulle imprese
La nuove normative Europeo CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) impone alle grandi aziende con più di 250 dipendenti e a quelle con un elevato turnover di rendere trasparenti i propri impatti ambientali e sociali. Dal 2024 queste aziende dovranno presentare una relazione documentata e convalidata da un revisore dei conti.
Il presente rapporto si basa sul principio della doppia materialità, un metodo che mira a comprendere sia l'impatto dell'azienda sull'ambiente sia il modo in cui i cambiamenti ambientali influenzano il business. Questo processo prevede la consultazione e il coinvolgimento delle parti interessate, quali fornitori e prestatori di servizi, lungo tutta la catena del valore, richiedendo loro di fornire dati affidabili conformi ai requisiti normativi, al fine di identificare problemi e sfide reali.
Questa nuova esigenza e questi vincoli creano in ultima analisi una leva competitiva diversa, in cui i criteri di selezione non si basano più solo sul costo o sulle prestazioni, ma anche sulla trasparenza e sull'impegno ambientale dell'azienda.
Quindi la novità è che la competizione si basa anche sulla capacità delle aziende di attuare piani d'azione e ottimizzare il loro punteggio ambientale.
L'idea centrale dell'approccio e della progettazione sistemica su questo tema si baserà sul fatto che nessuna impresa può prosperare su un pianeta degradato. È quindi essenziale andare oltre gli interessi finanziari immediati e adottare una visione a lungo termine, integrando ecologia e performance economica. In questo modo, norme e regolamenti, percepiti come vincoli, diventano leve per nuove opportunità.
Quali strategie e strumenti possono adottare aziende e marchi per soddisfare queste nuove esigenze?
Una delle sfide principali quando si parla di sistemi ai leader che sono i decisori e gli attori principali nelle dinamiche del cambiamento, è che l'evocazione stessa dei termini "Design" et "Sistemico" può causare un abbandono o una perdita diretta di attenzione!!! 😅 Spesso l'approccio sembra troppo astratto o complesso, il che ne ostacola l'adozione. Per superare questo pregiudizio, esistono strumenti semplici e concreti che consentono di integrare agevolmente questo approccio.
Il dinamico business Canva, una griglia a 15 dimensioni e uno strumento pragmatico.
Fabrice Liut presenta il Dynamic Business Canvas da lui sviluppato, una versione migliorata del "Business Model Canvas" basata su una griglia composta da 15 riquadri, ognuno dei quali rappresenta una dimensione chiave dell'azienda, indipendentemente dal suo settore o dalle sue dimensioni. L'obiettivo è utilizzare questa griglia per porre le domande giuste e strutturare le discussioni.

Il funzionamento è semplice: posizionando questa griglia su un tavolo o su uno schermo, si invitano gli interessati a rispondere a domande specifiche per ogni casella.
Per esempio:
- Quali sono attualmente le principali sfide dell'azienda?
- Quali azioni vengono intraprese per risolvere questi problemi?
Queste domande consentono di navigare agevolmente tra le diverse dimensioni strategiche, senza necessariamente ricorrere al gergo dei sistemi. Il facilitatore svolge un ruolo fondamentale nel guidare la discussione e garantire che le interazioni facciano emergere idee rilevanti.
Una sessione completa può durare dalle due alle tre ore per un'esplorazione iniziale, oppure estendersi su un'intera giornata per un lavoro approfondito. Al termine di questa analisi, l'azienda ottiene una mappa precisa delle sue priorità e questioni strategiche.
Infatti, il confronto tra le ipotesi e le strategie iniziali e le riflessioni generate da questo esercizio consente di valutarne la pertinenza:
- Le priorità stabilite all'inizio rimangono valide anche dopo questa sessione?
- L'azienda ha individuato dei punti ciechi che non aveva considerato prima?
Questo lavoro collettivo evita un approccio a compartimenti stagni e mette in evidenza le interconnessioni tra le diverse funzioni dell'organizzazione. Ad esempio, un problema sollevato in un reparto potrebbe avere ripercussioni sulla strategia finanziaria o legale, richiedendo un maggiore coordinamento tra i reparti.
Uno strumento per tutti
Sebbene questo strumento possa essere utilizzato a livello di direzione generale, è altrettanto rilevante per un servizio o un reparto specifico. Anche senza poter influenzare direttamente l'intera organizzazione, un manager o un dipendente può avviare un approccio analizzando l'impatto del proprio lavoro sulla proposta di valore complessiva dell'azienda.
Conducendo un'indagine interna e identificando le leve d'azione, diventa possibile elaborare una strategia proattiva. Ad esempio, un progettista che desidera migliorare il proprio punteggio di conformità alla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) potrebbe rivolgersi ai team legale e finanziario per vedere come il suo lavoro può inserirsi in una dinamica di trasformazione sostenibile.
Integrare in modo trasparente le tematiche e gli argomenti ecologici come vera leva aziendale
Anche affrontare o riflettere sull'impatto ecologico rientra nelle problematiche affrontate in Canva e non deve essere visto come un vincolo, ma come una reale opportunità di trasformazione e differenziazione strategica. L'ecologia può rappresentare una potente leva economica, a patto che venga affrontata in modo pragmatico. Non si tratta solo di individuare gli impatti negativi, ma anche di valutare in che misura un'azienda è disposta ad assumerli e a quale ritmo può evolvere verso un modello più virtuoso.
Ad esempio, un'azienda che sa che la sua attività inquina l'acqua deve porsi queste domande: è pronta a ridurre questo impatto? Fino a che livello? Può trovare delle alternative? Ponendosi queste domande e pubblicando in modo trasparente i risultati, l'azienda può strutturare una risposta strategica allineata ai propri valori e obiettivi economici, rafforzando la propria credibilità e attrattività.
Il modello di business dell'impresa rigenerativa.
Sviluppato dal collettivo “We are alive” e presentato qui da Jérémy Dumont https://noussommesvivants.co/le-business-model-canvas-de-l-entreprise-regenerative-2/
Prima di tutto: capire cosa significa il termine “Rigenerativo”.
L'ecologia non deve essere vista solo come una costrizione, ma come un modo per vivere meglio insieme sulla Terra, senza esclusioni.
L'approccio rigenerativo è un approccio che non si limita più a ridurre gli impatti negativi, ma mira a creare effetti contributivi.
Idealmente, le aziende non dovrebbero generare esternalità negative. Alcuni si stanno già muovendo in questa direzione, progettando prodotti e servizi privi di impatto nocivo e contribuendo nel contempo alla rigenerazione degli esseri viventi. Un'azienda può aumentare la biodiversità attraverso le sue azioni? Può migliorare la qualità della vita dei suoi dipendenti e delle comunità locali? Sono queste le domande che oggi guidano gli approcci di eco-socio-design. Questa visione trasforma radicalmente il modo in cui le aziende concepiscono il loro posto e ruolo nella società.
Dall'economia circolare all'economia rigenerativa
Il passaggio da un modello circolare a un modello rigenerativo comporta una profonda trasformazione della catena del valore dei prodotti o dei servizi, che deve essere realizzata nel tempo in collaborazione con tutti gli stakeholder. La sostenibilità deve essere garantita nel breve, medio e lungo termine. Per fare questo, viene implementata una metodologia specifica attraverso 5 workshop che permettono di riempire il quadro dell'azienda rigenerativa.

Mappatura e integrazione degli stakeholder : Un'economia rigenerativa può essere costruita solo con un approccio collaborativo che coinvolga tutte le parti interessate, dai fornitori ai consumatori finali.
- Analizzare la catena del valore :Ogni prodotto o servizio viene analizzato nella sua interezza, integrando i dati dell'analisi del ciclo di vita, nonché il suo impegno attuale e futuro.
- Distribuire indicatori più ampi : A differenza delle analisi tradizionali, la rigenerazione tiene conto di indicatori ambientali e sociali molto più ampi, in particolare quelli definiti dalla CSRD (Direttiva sul reporting di sostenibilità aziendale).
- Guardando al lungo termine : Le decisioni vengono valutate non solo nel breve termine ma anche nel 10 anni, per garantire uno sviluppo sostenibile e vantaggioso per tutte le parti interessate.
- Ottimizza gli investimenti Suddividendo e distribuendo gli investimenti tra più parti interessate e su un lungo periodo, diventa possibile aumentare la biodiversità, rafforzare le culture locali e migliorare l'impatto complessivo.
Ulteriori informazioni su il Business Model Canvas dell'impresa rigenerativa
L'esempio del caso Orange e la trasformazione della Livebox
Un esempio concreto di questo approccio è il lavoro svolto con Arancio attorno a scatola viva. L'obiettivo non era semplicemente quello di migliorare l'oggetto in sé, ma di ripensare l'accesso alla tecnologia digitale riducendo al minimo lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.
L'analisi della catena del valore ha rivelato un problema principale: consumo di acqua nei data center. Integrando questo criterio nel pensiero sono emerse nuove soluzioni:
- Modalità degradata in caso di siccità : Un'innovazione che consente di adattare il funzionamento della Livebox ai vincoli ambientali.
- Ottimizzazione dei flussi di dati :Invece di concentrarsi sullo stoccaggio, si tratta di ripensare i flussi per ridurre il consumo di risorse.
- Tenendo conto delle normative locali : L'inclusione delle normative ambientali e delle specificità regionali nella progettazione di prodotti e servizi.
Questo progetto illustra perfettamente come un approccio rigenerativo possa trasformare un servizio esistente in una leva per un impatto positivo. Inoltre, il modello attuale è progettato per essere ricondizionato fino a sette volte, riducendo drasticamente al minimo l'estrazione di minerali rari. Possiamo comprendere chiaramente come questo approccio non solo ottimizzi l'uso delle risorse, ma concili anche l'uso digitale e il rispetto degli ecosistemi.
Scopri di più su questo progetto: IL MODELLO DI BUSINESS DIGITALE RIGENERATIVO
Leggi l'articolo Parte 2: Ripensare la crescita e l'innovazione sostenibile, le nuove sfide del design e dei designer
I nostri esperti ospiti:
- Clémence Piteau, co-fondatrice della comunità lionese di designer etici, lle lavora come designer indipendente impegnato in un mondo digitale emancipativo e rispettoso dell'ambiente, degli individui e della società.
- Jeremy Dumont, pianificatore strategico e fondatore del collettivo “We are alive”, su iniziativa dilaboratori e affreschi come l'affresco dell'immaginazione, delle emozioni e dell'eco-ansia e il Business Model Canvas dell'impresa rigenerativa
- Fabrice Liut, co-fondatore e partner di TheTandem Lui accompagna leader e dirigenti nella loro visione, nelle strategie e nella gestione operativa durante i momenti chiave della loro trasformazione.
- Elodie Bert, Senior UX Designer e Product Designer presso UX-Republic, Animazione della tavola rotonda
Elodie Bert, progettista UX/UI presso UX-Republic